La Signora Mostarda
La Signora Mostarda - Un percorso culturale alla scoperta di Pandino e del territorio cremasco di Annalisa Andreini.
La food blogger e scrittrice gastronomica Annalisa Andreini ci accompagna in un viaggio interessante nella cultura e nella tradizione di un prodotto di eccellenza del territorio e della gastronomia italiana: “una vera e propria opera d’ arte singolarmente magica e profondamente misteriosa”. Partendo dalla sua antica origine e dalla sua etimologia, derivante dall’ espressione latina “mustum ardens”, apre la curiositá sulla storia e sull’ evoluzione della mostarda per rivederla anche sotto una nuova luce. E così puntualizza il focus sulla produzione artigianale Leccornie Doc, una piccola realtà ma di rilievo, con l’ obiettivo di sdoganare il consueto periodo di consumo autunnale, invernale e natalizio della mostarda, affiancata ai classici bolliti e ai cotechini ma tentare nuove strade primaverili ed estive nelle insalate, nei primi piatti e nei risotti, nei carpacci di carne e di pesce, nelle paste fredde e persino in alcuni lievitati e dessert. La vera “rivoluzione” di questo libro è quella di percepire la mostarda come “una vera signora”, non solo come accompagnamento ai vari piatti ma come autentica protagonista, a volte anche un po’ intrigante. Perchè, come recita l’ introduzione della giornalista Gigliola Reboani, la cultura si porta a tavola e la si gusta.
Ecco così una carrellata di piatti intriganti a partire da un finger food indo-lombardo riportato poi in copertina, un Pani Puri con Salva Cremasco alle quattro mostarde. Per il lettore e gli appassionati di cucina quindi vengono proposte alcune idee dall’ antipasto al dolce: dalla cheesecake con crema di zucca, mostarda di albicocche e mortadella grigliata al risotto alla curcuma, succo d’ arancia, mostarda di arance e cipolle rosse con caviale di calamaro, dai tortelloni di pasta fresca ripieni di petto d’ arancia fumè con burro al timo e gocce di mostarda di arancia al manzo con mostarda di marroni. Non mancano anche gli accenni alla tradizionalità quali la lingua di vitello salmistrata con mostarda di mele, come pure gli esperimenti innovativi come due versioni di pizza gourmet, una suprema di faraona con lardo agli aromi, crauto viola stufato e mostarda di mirtilli, una mousse di storione con caviale Black Adams e mostarda di limone e persino un Amur stellato con mostarda di frutta mista.
Dulcis in fundo gli immancabili abbinamenti con i formaggi del territorio, l’ oro bianco di una terra a loro votata : il tipico Salva cremasco, la Pandinella, il Panerone di Pandino, il mascarpone e la crescenza artigianali, la Provoletta Castellana, lo Stracchino erborinato e anche un azzardo con un formaggio delle valli bergamasche, lo Strachìtunt. Qualche pagina dedicata al Moscato di Scanzo nel bicchiere per scoprire i punti di incontro tra zone geografiche e sentori diversi che inaspettatamente si incontrano. La vera chicca il cocktail nato quasi per caso dall’ idea di un giovane bartender pandinese con Campari, Vermouth, mostarda di zenzero, una spruzzata di cannella e il poetico Assenzio. Non solo piatti e ingredienti però ma i numerosi riferimenti alla cornice storica e artistica di Pandino, cittadina sede del laboratorio, e soprattutto al suo meraviglioso Castello donano pregio e vigore alla cucina come luogo di incontri e commistioni culturali.