Alla scoperta della Val Brembilla e dell’ inedito Capel de Monega :un raviolo che ci ha raccontato luoghi e persone .
Le “cene con il produttore “ sono sempre particolarmente apprezzate ,conferiscono quel tocco in piú ad un menu ,ci fanno assaporare una terra con suggestiva lentezza.Una serata in Val Brembilla ,a due passi da Bergamo, alcuni piatti della tradizione , materie prime autoctone ,vini delle colline di Scanzorosciate ,sorprese che ci lasciano tutti un po’ sorpresi e incuriositi .Quando i piatti diventano degli autentici marcatori culturali, un modo per incontrare luoghi ,persone ,idee.
All’ ingresso ,una inedita bollicina di benvenuto ,Metodo Classico Sereno Magri ,ha accompagnato una torta salata farcita con scarola e il noto Formai de Mut e ci ha fatto assaporare subito il clima di splendida accoglienza delle valli bergamasche :l’ incontro tra la Val Taleggio e la Val Brembana. A seguire un tiepido cestino di patate e funghi abbinato al Bianco Linda della medesima azienda ci ha coccolati con il suo colore giallo paglierino e i suoi sentori fruttati .Ed eccoci al piatto forte che, alla vista e al gusto, ci ha lasciati tutti senza parole :i famosi “Capel de Monaca” in spuma di Branzi ideati dal ristoratori che hanno ospitato la degustazione ,l’ Antica Osteria Il Forno .Io ,che sono un’ amante e una studiosa appassionata della pasta fresca e in particolare dei tortelli ,sono rimasta incuriosita da questi tortelloni giganti ,che richiamano nell’ aspetto e nel nome ,appunto, il largo cappello delle monache di un tempo .Questo piatto, mi dicono , é stato pensato come un omaggio alla Val Seriana ed é veramente un omaggio ai suoi sapori :un ripieno di barbabietola e patata e’ racchiuso come un abbraccio in questo grande” cappello di pasta fresca “condito poi abbondantemente con una spuma di Branzi di quattro mesi di stagionatura , ottimo burro di Malga e qualche foglia di salvia
.Un piatto oserei dire quasi magico ,denso di colori ,ben equilibrato e ben abbinato al Valcalepio 2016 che ,con il suo colore rosso intenso ,il suo profumo elegante e il suo sapore avvolgente ,ha saputo accompagnare questa scoperta culinaria .Dopo una Lombatina di agnello con Salsa al Valcalepio rosso ,in associazione ad un Valcalepio Riserva 2015, ecco la presentazione finale di un abbinamento che personalmente apprezzo da tempo :il Moscato di Scanzo di Sereno Magri, amico e persona stimata , e lo Strachitunt dell’ Azienda Agricola Guglielmo Locatelli che é impossibile non conoscere passando da queste parti .Una cena che ha fatto incontrare diversi produttori ,creativitá e materie prime di qualitá. Cosí i piatti diventano un veicolo importante di storia e di valori ,una vera e propria architettura culinaria ,una cultura del cibo . Diventano dei marcatori culturali autentici ,un modo per incontrare i luoghi e le persone .Lo Strachitunt ,qui rappresentato da un’ azienda storica del territorio ,ha una caratteristica visiva pregnante che si affianca alla presenza naturale di muffe che si perdono nella sua cremositá e ad un pregiato panorama organolettico che si scopre pian piano nelle venature che restano lí sospese quando si scioglie in bocca .
Quello di Guglielmo Locatelli é un formaggio unico che dietro la sua forma tonda racconta la storia di una famiglia e di una grande passione che sfida il tempo: latte crudo erborinato naturalmente ,doppia pasta ,doppia cagliata ,crosta giallognola .Non si percepiscono note piccanti ma anzi la sua curiosa dolcezza si sposa perfettamente con il colore rosso rubino carico della piú piccola DOCG d’ Italia ,dal gusto armonico e persistente ,con un lieve sentore di salvia ,rosa e infine di cannella .Abbiamo parlato di tradizione e di storia e ,in effetti ,eravamo in una location storica ,un ristorante a gestione familiare risalente al Rinascimento , che si tramanda da cinque generazioni nel cuore di una valle bergamasca verdeggiante tutta da scoprire .Qui ,negli spazi ,si respira decisamente un’ atmosfera del tempo passato :le vecchie macellerie ,gli stalli per i cavalli ,la ghiacciaia e soprattutto l’ antico forno per la panificazione da cui prendo il nome stesso .Location storica quindi ,produttori che amano la propria terra ,la scoperta di un raviolo che ci ha lasciato tutti senza parole sia per la sua forma caratteristica sia per i colori e la sinuositá del suo ripieno .La fantasia dei ristoratori nel rispetto del racconto ,della memoria olfattiva ,del mito ,dell’ esperienza sensoriale in cucina .La dimostrazione che il piatto tipico proviene sí dal passato e dal territorio ma ad essi non si ferma .Riesce ad andare oltre .
Ristorante Forno Antica Osteria
Via Roma 32- Val Brembilla -Bergamo
Tel 0345-980101
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