Press Tour alla scoperta di Crema
Che bella l’idea di un Press Tour itinerante per far conoscere la nostra Crema.
Un gruppo di giornalisti, provenienti da diverse province, si sono lasciati trasportare dal nostro dirompente entusiasmo e noi li abbiamo coinvolti tra arte, territorio, sapori, profumi, curiosità, eccellenze. Ci siamo riuscite? Direi di sì a giudicare dai loro successivi report traboccanti di pathos, affascinati dalla bellezza genuina di Crema. L’appassionante iter artistico-gastronomico è iniziato proprio nel cuore della pianura cremasca con la visita all’azienda agricola Carioni, un’azienda la cui tradizione si è tramandata rinnovandosi fino alla attuale terza generazione. Abbiamo visitato le stalle in cui sono allevate le bovine da latte alimentate dai foraggi coltivati in loco e ci siamo lasciati tutti emozionare fotografando i vitellini … a volte ci si sente attratti così … dalla semplicità e dallo stupore infantile che ruota intorno al calore della nascita del latte. Ci siamo quindi addentrati nella ricchezza vera e propria dell’azienda conoscendo i prodotti singolarmente e scoprendo le loro caratteristiche più specifiche ovvero il controllo continuo delle materie prime, l’utilizzo di elementi naturali e l’attenzione per l’alta qualità e l’alta digeribilità per garantire un livello di benessere sempre più importante per il consumatore. Il gusto finale dei formaggi è tutto da gustare con una linea tradizionale di formaggi DOP, formaggi freschi e formaggi stagionati e una linea selezionata di prodotti senza lattosio che godono di un successo non indifferente riuscendo a mantenere la bontà dei prodotti tradizionali. E … dal Caseificio Carioni … siamo stati allietati con le piccole proposte di cucina dell’antico ristorante Bistek, dal 1968 tipico cuore culinario cremasco. Antonio Bonetti, il titolare, ci ha accolti con un’ospitalità e un’attenzione particolare per le specialità del territorio e della sua amatissima cucina di Crema in qualità di segretario dell’Associazione “Le Tavole Cremasche”, nata nel 1996 sulle tavole di un gruppo di amici ristoratori intenti a valorizzare, far conoscere e diffondere la cultura enogastronomica di Crema. Un’associazione importante perché è depositaria di una cultura territoriale di chi ne fa parte e di chi ne viene a contatto durante le numerose rassegne annuali. I loro piatti salvaguardano un patrimonio culturale antico, ci fanno conoscere origini, tradizioni, scambi popolari e culturali. Attraverso la loro cucina noi cogliamo il nostro passato, percepiamo le nostre origini e da questi riti della tavola, racchiusi nelle memorie storiche, siamo poi trasportati nel futuro. Antonio ha voluto proporre ai suoi ospiti un incontro tra il presente e il passato. Siamo stati così deliziati da un aperitivo dal sapore genuino che univa i gusti della terra ad alcuni formaggi del Caseificio Carioni. Non poteva mancare il protagonista indiscusso delle tavole cremasche, il “Salva Cremasco”, formaggio DOP molle a pasta cruda dalla forma di un parallelepipedo, proposto nella sua tradizionale unione con le “tighe” di peperone verde e nella sfiziosa amatissima versione a mo’ di bocconcini fritti. E poi … due stuzzichini ancora più allettanti … le frittelle di ricotta e fiori di zucca accompagnate dai profumati grissini e dalla meravigliosa focaccia di Antonio ma la vera sorpresa è stato sicuramente il pane di granoturco con una Mostarda di Cremona al “Bacio di Mamma Mucca”, che è stato premiato due volte all’Expo dei Sapori per l’eccellenza della sua cremosità, per quel suo sapore autentico di latte, per quella dolcezza che colpisce pur essendo un formaggio fresco senza lattosio. Antonio ha poi scelto lo “Stracchino” e la “Cacciotella Cremasca” per due primi piatti che uniscono la tradizione della pasta fatta in casa con cura ai piccoli particolari di riconoscimento della cucina cremasca, quella cucina che trova la sua anima negli orti, negli animali da cortile, nell’aria semplice della campagna: tagliatelle di pasta fresca in fonduta di Caciottella con petto e coscia di quaglia e cannellone di pasta croccante con stracchino. E come non terminare in dolcezza? Un’interpretazione del dolce Tiramisù di savoiardi utilizzando il “Bacio di Mamma Mucca” che si trasforma dolcemente anche in un cremoso dessert. Camminando per le vie delle campagne e assaggiando i sapori semplici abbiamo percepito con mano l’obiettivo del Press Tour: raccontare le eccellenze del nostro territorio attraverso idee, valori, pensieri. L’Assessore all’Ambiente e al Turismo Matteo Piloni ha spiegato ai giornalisti che quando si promuove Crema si promuove anche “il Cremasco” insistendo su una importante sinergia territoriale. Crema è un punto di riferimento vitale per tutti i piccoli comuni che da essa traggono le risorse … A Crema “non c’è solo una cosa da vedere”, ma tanti piccoli angoli di magia che possono raccontare la sua tradizione e la sua storia … Lo racconta la sua sontuosa Piazza del Duomo, suddivisa dal 1867 in Piazza Vescovado, Piazza Duomo e Piazza Maggiore, lo raccontano i suoi palazzi settecenteschi e i suoi cortili, lo raccontano le sue vie che sorridono sempre … Crema in ogni momento dell’anno sembra una città di vacanza, una città in cui si incrociano persone e voci, in cui le biciclette sono decorate da ampi cestini di fiori colorati e in cui c’è sempre un crocevia di incontri … si toccano con mano la sua solidarietà, la sua passionalità, la sua energia … In lei si uniscono le tradizioni dei Visconti, dei Benzoni, degli Sforza, dei Veneziani, del Lombardo-Veneto austriaco e, poco distante, la vita rurale delle cascine a corte e delle cascine di paese, circondate spesso da muri di cinta o rustici minori e composte da abitazioni, stalle e fienili.
Tra le bellezze artistiche abbiamo scelto di visitare il suggestivo Santuario di Santa Maria della Croce, poco distante dal centro storico della città. Nel 1500 Bettagio, allievo del Bramante, e Giovanni Montanaro hanno progettato questa costruzione innovativa e moderna con una pianta a croce greca. La sua peculiarità è il corpo centrale, circolare all’esterno e ottagonale all’interno, a cui si uniscono quattro corpi minori regalando così un fascino particolare allo sguardo dello spettatore.
All’interno della Chiesa, al livello inferiore, abbiamo ammirato nello scurolo una volta a padiglione con alcune lunette raffiguranti gli Apostoli. Nel soffitto del palco ci sorprendono le scene dedicate alla figura di Caterina degli Uberti. Ci siamo soffermati sul centro della scena rappresentato dalla singolare statua della donna con la caratteristica mano amputata, in atteggiamento di dolce invocazione alla Madonna, sotto lo sguardo di un angioletto che porge lo spadino con cui Bartolomeo Pederbelli, detto Cantaglio, marito della povera Caterina, le aveva troncato la mano destra e spogliato di tutti i gioielli la sera del 3 aprile 1490. E … parlando di gioielli … abbiamo concluso il percorso artistico-culinario del sabato con una visita quasi obbligata per chi viene a Crema: la “gioielleria del gelato” … un salto da “Bandirali”, dal 1951. Il titolare, Bandirali Mauro, ha raccolto la tradizione di famiglia negli ultimi 25 anni e, ospitandoci nell’accogliente tea room, ci racconta con passione le bellezze del suo lavoro e la storia del suo locale. La sua caratteristica principale è racchiusa in due aspetti molto semplici: utilizzare solo frutta fresca stagionale e prodotti selezionati per alcune materie prime come i pistacchi, le mandorle, le nocciole … Oltre alla famosa gelateria, in cui ci dice “alla fine vanno sempre i gusti più classici” di frutta d’estate (limone, fragola, frutti di bosco) e di creme, Mauro ha aperto anche un laboratorio per prodotti da forno: solitamente quando si aumenta il volume di lavoro si tende a “velocizzare” e, invece, la loro filosofia va un po’ “contro corrente” puntando sempre e comunque sulla qualità e sull’amore dell’attività pensata e fatta con cura. Il gelato più strano? Il Gelato al Tabacco preparato da Mauro con un’infusione di una notte a freddo in latte e panna che ha garantito un aroma particolare. Cosa abbiamo assaggiato? Una mousse di cioccolato fondente con una massa di cacao al 100%, acqua e zucchero di canna … il cacao era di Claudio Corallo … ogni parola è quindi superflua per indicarne la bontà … E i gusti assaggiati? Gusto Tortello cremasco e gusto mascarpone fresco e sbrisolona … : possiamo proprio dire di avere trovato un “tocco di Crema” dentro una coppetta! Dulcis in fundo il meraviglioso Torrone Cremasco di Bandirali, l’unico che lo produce ancora artigianalmente nella provincia di Cremona: “when somthing is born of tradition and passion, you can feel it”. Perché è considerato un bene culturale? La sua storia appassionante parte da un’idea di Mauro: da una vecchia pentola di rame di un pasticcere di Vaprio che chiudeva l’attività e da un vecchio libro di antiche ricette. E così nascono i sogni … sempre dal passato con uno sguardo al futuro. Quattro ingredienti ma uniti insieme nei tempi giusti e con i passaggi corretti: mandorle di Toritto (Presidio Slow Food), albume fresco, tre tipi di miele di produttori locali (robinia-tiglio-amorfa frutticosa, pianta che cresce sulle rive del fiume Serio) una piccola percentuale di zucchero di canna. Il risultato? Una tortina rotonda friabile di irresistibile bontà … Et voilà … Crema è la meta più dolce per un intermezzo stagionale o un weekend all’insegna dell’armonia … un po’ sospesi tra un passato da scoprire e un presente tutto da “scartare” …